Recensire ignorante: Madre!

Voi, miei cari piccoli affezionatissimi, non lo sapete, ma ogniqualvolta prima che le mie parole vi rinfreschino la giornata c’e’ un gran lavorio di tagliare, cucire, abbandonare per strada pezzi che di primo acchito parevano pure buoni e invece no, non in linea con la scrittura ritmica rilassata e condita con qualche loffetta calda di cui spero esservi servitore (di parole, non le puzze). Per cui con gran pena vi ho privato di un elzeviro stanco in cui dolente ricordavo la mia assenza, e che non scrivo piu’ come una volta, quando lieto ricordavo quel carretto che passava e quell’uomo gridava gelati. Poi ci ho pensato, e onestamente? Qua ognuno di voi c’ha una caterva di problemi, ma perche’ vi devo ammorbare pure coi miei?!? Indi per cui, dilegua notte, bentornata ignoranza!

C’e’ quindi questo tizio che a quanto pare la sceneggiatura abbia designato come uno scrittore, che vive in questa grande casa al centro di un buciodeculo boscoso con la sua fidanzatella che gira e volta fa tutto lei in casa, piatti bicchieri pavimenti carpenteria idraulica e stucchi, a meta’ della tristezza di un Bob Aggiustatutto e quelle protagoniste sexy e introverse degli Harmony, quelle che bevono il te’ seminude tenendo la tazza tra mani fasciate nelle maniche del maglione per intenderci; a margine di tutto ‘sto superbonus senza fattura c’e’ il tizio che si strugge di non riuscire nemmeno a trovare una degna correlazione alle parole “uova” e “latte” sulla lista della spesa. C’e’ poi questo preziosissimo cazzariello di vetro, che per la semplificazione che tanto viene incontro alle nostre facolta’ mentali potremmo definire “il McGuffin del primo tempo”, chiuso a chiave in uno studio impolverato in cui una volta succedeva “””la magia””” (immaginatevi la GIF di Dottor Male che fa le virgolette, se la trovo ce la metto, non mi dimentico).

Pero’ un giorno ‘sta sant’ Ermacora di magia c’e’ stata ed e’ stata in qualche modo memorabile per qualcuno, tanto che un giorno ciccio e ciccia si ritrovano fuori casa un tizio con la raucedine che dice di venire da lontano e che e’ venuto apposta per ringraziare a vossignoria lo scrittore per quelle belle parole, che ovviamente si sono dimenticati di dirci ma visti i precedenti potrebbero tranquillamente essere “vietato gettare oggetti dal finestrino, ogni abuso sara’ punito”. Cominciano percui i cazzi low carb per la fidanzatella, che da un lato (e giustamente direte voi, di meritata prebenda per lo sfacchinare come un qualsiasi guaglione di muratore pagato a nero) cercava di approfondire l’antico rituale della farfalla e del fiore da mano a vossignoria scrittore che a quanto pare tiene piu’ problemi di un sussidiario, e si ritrova il tizio con la raucedine che come vuole la sceneggiatura pare che niente fa eppure scrocchia le gonadi sempre con il benvolere di HMS scrittore, che inebriato da tanta luce riflessa se lo tiene in casa. Compare la nonna di Catwoman di Tim Burton, AKA la moglie del tizio pleuroleso, che pure lei senza troppi giri di parole si inchiomma in casa come quelle suocere che avrebbero piu’ utilita’ in teneri bocconcini per i nostri piccoli amici a quattro zampe. Arrivano pure i figli scemi annoiati e pure un poco ddrogati del tizio con la tosse che non trovano di meglio da fare che infravecarsi di mazzate tra il salone e l’ingresso.


Succede l’inevitabile e doveva succedere, perche’ si era a quel punto del film in cui se eravamo al cinema avrei ricominciato a guardare l’orario sul cellulare ed a chiedermi cosa avrei mangiato a cena, e se invece com’e’ successo eravamo tutti sul divano a casa avrei cominciato ad agitarmi debolmente sotto il plaid, e guardato due o tre volte quanto mancava alla fine sospirando “uah, ancora ottordici minuti eccheccazzo”, che poi e’ successo comunque perche’ e’ storia vera e non lo tolgo per non togliere freschezza alla narrazione. Vabbuò, comunque Sua Santità scrittore ad un certo punto se ne esce con una cosa che pare fatta apposta per un Bacio Perugina se fosse tradizione scambiarseli ai funerali, e tutti i settecentodiciotto convitati inebriati da cotanta oratoria ne approfittano per fare danni per casa, perche’ il regista e’ bravo e non lo fa notare tanto, ma tutto quello che succede pare sempre congetturale a dover schiodare un lavandino dal muro o a spaccare una bomboniera nella parete attrezzata; e tutti questi tizi che gira e gira pare che ce lo vogliono tutti dalla fidanzatella dello scriptor maximus, che per il 118% del film gira tra le tre pareti del film con un WTF scritto in bold italic in faccia.
Scrittore I si sblocca come con le fave di fuca e scrive un fatto tutto nudo su un foglio quadrato (lui e’ nudo, non il fatto che scrive) che tanto non leggeremo mai eppero’ e’ una specie di orgasmo per le orecchie, anche perche’ siamo nel secondo tempo e serve per forza di cose un nuovo McGuffin, il primo non piu’ reperibile per esigenze di produzione. Resta il fatto che finalmente tanto e’ andata la farfalla al fiore che la fidanzatella e’ prena, di cui si agevolano varie inquadrature in soggettiva infrazizze (sempre perche’ il regista e’ bravo e non lo fa notare, ma nella mia mente il produttore dice allo sceneggiatore “io ti voglio benissimo, racconta tutto il dramma interiore di un uomo destinato con le sue opere a diventare Dio, ma se non ci metti un poco di carne quant’e’ vera la luce degli occhi ti piglio a schiaffi come un Chris Rock qualsiasi”).


Buio. Sigla. No! E’ che passano nove mesi meno una cosarella e a quanto pare tutto il mondo ha scoperto lo scrittore, e quant’e’ bello lo scrittore, e com’e’ bravo lo scrittore, e “ma caro, stavamo mangiando, ma che sangue di chitemmuorto” “piu’ tardi cara, solo un secondo” e comprate il libro dello scrittore, e comprate l’effigie dello scrittore, e innalzate ai cieli la gloria immortale dello scrittore eccetera. A questo punto succede la qualunquissima, nel senso che se i WTF della fidanzatella finora erano quelli del discount, da questo punto in poi i suoi (ma soprattutto i vostri che guardate) diventano quelli Gran Riserva dello spaccio aziendale, con sfumature fruttate da “for the God sake, Sir” e un ricco parterre di toni aciduli di “WAAAAAAT?!?”. Comunque, un diecimila duecento ottantotto fatti diversi che succedono e che per buona parte non sono strutturali con la trama e che secondo me si potevano buttare giu’ e fare una trama open space, ma e’ meglio sentire prima un geometra delle trame, alla fine si scopre che e’ tutto metatesto e che la fine in realta’ e’ sempre stata il principio (ragazzi abbiate compiacenza, quando racconto ‘sti fatti gia’ so che spoilero e stavolta proprio volevo evitare, se volete sapere sopportatevi le due ore e qualcosa di susamiello e vedete come finisce).

Fine, titoli piccoli piccoli con una strana musica di sottofondo, la maturata esperienza recitativa dei capezzoli di Jennifer Lawrence (qui accreditata nella produzione come “espressione sbigottita”), un plauso alla migliore interpretazione del meme di Vincent Vega storto come una banana da parte del buon vecchio Javier Bardèm, e una che da quando è finita nell’Universo quantico non si è capito più niente. Ah, e non chiamate alla fidanzatella per fare le ristrutturazioni, perché secondo me non è tanto cosa sua.

2 commenti

  1. “quelle protagoniste sexy e introverse degli Harmony, quelle che bevono il te’ seminude tenendo la tazza tra mani fasciate nelle maniche del maglione per intenderci”

    Il mio sogno erotico da sempre.

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