Buon ferragosto, tanto per iniziare.
Si, diciamo che è da un po’ che non mi faccio vivo. Una cosa, l’altra, migliaia di chilometri di mezzo e neanche il tempo di fermarsi a pensare. C’é poca trippa per gatti, lo sapevo già, sono ben altri ad avere il piglio e la penna inesauribili. Le storielle prima o poi finiscono, ci sarebbe comunque da raccontare ma é tutto frammentario, come quando tra vecchi amici che si rincontrano al bar ci si é detto praticamente tutto e, dopo essersi goduti quei bravi dieci minuti di silenzio a gustarsi una santa birra, inizia quel tempo di mezzo in cui iniziare una conversazione sul tempo, sul calcio o sulla politica sembra amaramente stupido. (E il fatto che solo per scrivere queste quattro cazzate c’ho messo tre giorni lo testimonia.) Proseguiamo.
Il mondo non è cambiato, la vita non è cambiata. La gente é gente tra la gente, senza gente è gentarella (mi riferiscono che l’originale sia uno scioglilingua che risale fino a Napoleone, che in quanto corso, macilento ed acutissimo figlio di puttana può averlo senza dubbio partorito) e ogni volta che capita devo purtroppo assentire. Quando si può, quando nessuno guarda (anche se spesso e volentieri succede proprio quando é al centro dell’attenzione), l’uomo scende negli scantinati dell’evoluzione e va a sedersi vicino a quelle scimmiette con certe capocce di capelli così che popolano i templi in India, che finché sono delle graziose bestioline a tirarti cocce di noci o a rubarti il cappello siamo ancora nel campo delle (occhi a cuoricino kawaii) simpatiche canaglie, ma quando a farlo é un rispettabile padre di famiglia o un’attempata gentildonna parte il fragoroso chitammuorto. Non é cazzimma, la cazzimma é tutt’un altra cosa, é quel sentimento di muta ribellione che ogni persona perbene dovrebbe sempre tenere in caldo; questo revanscismo da gentarella é facilmente assimilabile alla gomitata senza motivo che una (fino all’istante prima) docile anziana ti spara nelle crocette del fegato per salire su un pullman deserto. Questo per il livello base, ci sono altri esempi che potrebbero assurgere all’Oscar.
Esterno giorno, distributore automatico di X, nel mio caso, la “banca dell’acqua”, la versione smart e politicamente aberrante della fontanella all’angolo, ma che ci vuoi fare se l’acqua dal rubinetto ha più o meno gli stessi additivi di un’atomica sporca. Per qualche ragione non meglio definita, questo tipo di distributori non dà resto (può capitare anche sugli altri, però sfido chiunque a ripetere il mio esperimento su una pompa self service o su un bancomat, quello non é scienza sociale, é solo idiozia in confezione famiglia). Tot litri, tot centesimi, ma considerando che lì per lì non si ha denaro contato o all’ultimo si rinuncia a riempire una bottiglia, giocoforza si lascia qualcosina nel distributore. É la filosofia del samsara declinato alla napoletana, lasciare una bottiglia d’acqua “in sospeso” ad uno sconosciuto assetato, che magari tornerà a casa e troverà la cura definitiva all’alopecia, che mi renderà un irresistibile settantenne alla Billy Gibbons (o perlomeno un po’ meno Billy Corgan), ma anche no. Comunque, let’s start: finisco di riempire, lascio l’equivalente di un paio di bottiglie e saluto cordialmente chi è in fila dopo di me, cui per comodità daremo il nome di “signor S.” (chi ha figli in età scolar-iutuba saprà a chi mi riferisco). I risultati, da qui in poi, variano.
– Il signor S. si accorge della cosa, mi ferma e mi restituisce l’equivalente in monetine: capita raramente, ma é successo. Fondamentalmente o non vuole avere a che fare con te, o é uno che ci è già cascato (vedi sotto) e non vuole passare per ladro di polli. In ogni caso, salvi la faccia e fai la figura del signore, “tiè, c’ho solo il venti centesimi, non darmi nemmeno il resto, plebeo”;
– Il signor S. si accorge della cosa, ti chiede se effettivamente te ne sei accorto e, alla spiegazione dell’acqua in sospeso, ti ringrazia. Il mondo, per dieci minuti circa, é un bel posto in cui vivere;
-Il signor S. guarda il display, guarda te che ti allontani, sfodera la Original Faccia di Cazzo™ e riempie le bottiglie come se fosse dovuto. A quel punto, abbandono il campo calciando testicoli ed arti superiori fragorosamente rovinati al suolo, oppure
…
Scusi! Ho contato male gli spiccioli… Sa mica dirmi se ho lasciato qualcosa?
Io lo so, tu lo sai. Rotolano cespugli rotolanti e nel vento carico di sabbia e note d’armonica calo la tesa del cappello sfiorando la Smith&Wesson con la sinistra, in risposta a te che come in uno specchio liberi la fondina della tua Peacekeeper. A te il primo colpo, gringo.
1. Si, ma non ho abbastanza soldi e ne ho approfittato: non è mai successo, ma è sempre opportuno prevedere un momento del genere, almeno ottimisticamente.
2. Si… Mi scusi, le devo qualcosa? Salvato in corner. Ricordami di vomitare fuori il Grillo Parlante prima di rientrare a casa. Probabilmente il senso di colpa farà in modo che mi saluterai ogniqualvolta ci incontreremo nei prossimi tempi;
3. No. …
Occhi al cielo mentre guardo la Pietà che cambia lo stato con il Genere Umano in Situazione complicata.
Seguirà dibattito.
Ah, ah, che bel duello! Si crea anche il capannello di tifosi? “Per me ha ragione lui!” anche senza aver visto niente. Da noi hanno risolto facendo una tesserina ricaricabile, ma qui sono spilorci non vogliono lasciare niente agli altri!
Si, la chiavetta l’ho fatta anche io, alla fine. Che a conti fatti é l’equivalente di un passaggio a livello di traverso la ruota del samsara.
Ma porti dietro anche gli spicci, vero? Non si sa mai…
In compenso, adesso ci sono le macchinette che se non ritiri il resto entro qualche minuto lo “mangiano”. (: