(Pieter Bruegel il Blogger, La battaglia nelle colline del Tennessee, olio su pelle umana, 2455)
— Carica! — gridò il generale Robert E. Lee galoppando sul terreno di battaglia, a capo di uno squadrone di valchirie a cavallo. Con lunghi capelli biondi che ondeggiavano al vento, le valchirie urlavano imprecazioni antiche, mentre gli zoccoli dei loro cavalli bianchi calpestavano senza pietà mostricci, bianchi e schiavi negri. Con un possente battere d’ali, arrivò una formazione di vampiri con le zampe ancora intrise di sangue. Portavano le insegne del Circo Volante del barone Manfred von Richthofen. In quel momento passava Sansone dalla lunga chioma, che faceva dondolare in una mano l’osso mascellare di un ornitorinco. In mezzo al caos giunse all’impazzata un battaglione di giovani esploratrici che spaccavano crani a destra e a sinistra, servendosi di armi rudimentali, mentre un macellaio armato di mannaia faceva a pezzi i nemici. Babbuini dai deretani violacei caricavano alle sue spalle, spingendo carrelli da supermercato su cui erano sistemate mitragliatrici calibro cinquanta. Un gruppo di suonatori di rock-and-roll, guidati da un capellone di nome Gabriel (alla tromba), suonava un jerk, mentre una squadra di chirurghi asportava un’appendice dietro l’altra, compiendo di tanto in tanto anche una lobotomia per evitare che il lavoro diventasse monotono. Quattro travestiti dalle voci stridule, in abiti di seta, lanciavano con micidiale precisione borsette di lustrini azzurri piene di cemento, mentre uomini delle caverne e pigmei gettavano intorno a sé coriandoli avvelenati. Un unicorno dal colore del sole nascente sbandierava, infilzati sulla sua protuberanza ossea, sette soldati, come fossero fatture saldate. Una pianta carnivora succhiava, prosciugandoli, un midollo spinale dopo l’altro, con un rumore paragonabile a quello che un ragazzo maleducato fa cercando di succhiare con la cannuccia le ultime gocce di un frappé. Pavoni sadici si aggiravano in mezzo ai feriti solleticando con le penne gli incauti, fino a farli morire. Una coraggiosa squadra di falciatrici automatiche e di lavatrici borbottanti eseguiva una brillante manovra di aggiramento, attaccando dalle retrovie.